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Semina e trapianto

Le semine si eseguono in luna crescente, perché il prodotto che si ottiene è il frutto, per quanto immaturo, in quanto quando si raccolgono i frutti i semi non sono ancora pronti.
In Pianura Padana le semine in semenzaio iniziano ai primi di marzo. Le piantine impiegano almeno 3-4 settimane per sviluppare 4-6 foglie vere (non vanno contati dunque i cotiledoni) ed essere pronte per i trapianti. Questi si eseguono a partire dalla fine di marzo/inizio di aprile, quando le temperature minime si stabilizzano sopra i 10°C. In questo modo le piantine messe a dimora devono essere protette con tessuto non tessuto solo in caso di stagioni particolarmente fredde o in previsione di ritorni di freddo eccezionali. La semina in semenzaio e il successivo trapianto possono essere anticipati di 15-20 giorni nelle zone a clima più mite o se si prevede di coltivare le zucchine sotto tunnel.

Il semenzaio deve avere una temperatura costantemente superiore ai 15°C per permettere una rapida germinazione e un buon accrescimento della pianta.
Le piantine iniziano a produrre frutti circa un mese e mezzo dopo il trapianto. La produzione prosegue per due mesi. Successivamente le piante esauriscono la loro capacità produttiva. Così per disporre di zucchine per tutta la stagione e fino ad ottobre è necessario provvedere a 2-3 trapianti all’anno posizionando l’ultimo al massimo a fine agosto.

I trapianti successivi al primo possono essere sostituiti dalla semina in pieno campo. Questa si esegue a postarelle posizionando da 3 a 5 semi in una buchetta e selezionando, circa 20 giorni dopo, la pianta migliore.  La semina non è consigliabile in primavera perché posticipa di circa un mese il primo raccolto. In generale, comunque, il trapianto si fa preferire perché permette di ridurre al minimo gli interventi di controllo delle erbe. La pianta, infatti, soprattutto nella sua seconda fase di sviluppo, cresce rapidamente ed è molto competitiva verso le infestanti.

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Concimazione

La zucchina ama i terreni ricchi di sostanza organica ed ha esigenze di azoto medio/alte ed esigenze in potassio elevate.
Per questi motivi risponde molto bene all’impiego di letame e/o compost, che sono ricchi di sostanza organica, azoto e potassio.
Prima della semina o del trapianto si incorporano al terreno 3-4 kg/m² di letame maturo o 1,5-2  kg/m² di compost (in commercio viene classificato come ammendante compostato verde).

Quando non si dispone di compost o letame si usano i concimi organici. I migliori sono quelli a base di proteine idrolizzate e di borlande. I concimi si dosano sulla base della quantità di azoto da apportare, pari a 5-7 g/m². Ad esempio per apportare la quantità corretta di azoto con un fertilizzante che ne contiene il 2% servono circa 3 Kg/m² di prodotto commerciale. I concimi organici, liquidi o pellettati, si distribuiscono dopo la germinazione, in caso di semina, oppure dopo il trapianto, avendo la cura di interrarli con una leggera zappatura.

Siccome la presenza di potassio migliora la qualità organolettica delle zucchine, nei terreni poveri di questo elemento è utile aggiungere alla concimazione anche del solfato potassico alla dose di 40 g/m².

Cure colturali

La pacciamatura con materiali plastici o organici non è indispensabile, perché, come detto, la zucchina è competitiva verso le infestanti. Tuttavia, il suo uso contribuisce a ridurre il fabbisogno idrico, perché mantiene il terreno umido, e stimola la produttività.

Soprattutto nei trapianti primaverili i primi frutti sono spesso destinati a cadere a causa di un’impollinazione insufficiente determinata da un basso numero di fiori maschili e/o da una ridotta attività degli impollinatori che possono essere distratti dalle numerose fioriture del periodo. È meglio, allora, provvedere a staccare i frutticini appena formati in modo da stimolare l’attività vegetativa della zucchina e permettere alla pianta di rinforzarsi.

Se in primavera si mettono a dimora le zucchine in prossimità di piante di fava si riduce il rischio di danni da afidi. Infatti, sulla fava sono presenti spesso colonie di questi parassiti che attirano i loro nemici naturali, che risultano così essere già in prossimità delle zucchine quando queste vengono trapiantate.
Una consociazione tipica, poi, è quella fra zucchine, fagioli e mais (le tre sorelle). I fagioli fissano azoto utile per la crescita di zucchine e mais, il mais fornisce sostegno ai fagioli, le zucchine contrastano lo sviluppo di altre piante proteggendo mais e fagioli dalla competizione delle infestanti.

L’elevato contenuto in acqua dei frutti e le grandi dimensioni delle foglie spiegano la necessità di garantire un adeguato apporto idrico nel coltivare le zucchine. Anche se la soluzione migliore resta quella di fornire acqua in modo continuativo tramite l’irrigazione a goccia, la zucchina sopporta bene anche irrigazioni abbondanti e poco frequenti (una volta alla settimana nei mesi estivi) purché si evitino i ristagni idrici.

Principali avversità

I principali parassiti che incontriamo nel coltivare le zucchine sono gli afidi. Questi insetti hanno un’elevata capacità riproduttiva e formano rapidamente delle colonie sulle foglie. Oltre ai danni causati dalla sottrazione della linfa, gli afidi alterano lo sviluppo vegetativo soprattutto nelle piante giovani e veicolano virosi che si manifestano in seguito con deformazioni dei frutti e delle foglie.

Un altro danno è provocato dalla melata, un essudato zuccherino che imbratta foglie e frutti e favorisce lo sviluppo di fumaggini.
Per fortuna gli afidi hanno numerosi predatori e parassiti naturali (coccinelle, sirfidi, crisope, ecc.) che sono in grado di controllarne la popolazione soprattutto a partire dall’inizio dell’estate. È possibile acquistare questi utili e lanciarli in campo, ma è ancora più importante favorirne la presenza mantenendo aree non sfalciate o siepi in prossimità dell’orto. Evitando l’impiego di antiparassitari a largo spettro (ad es. fra quelli biologici il piretro) che colpiscono anche gli utili oltre all’insetto bersaglio.

L’uso ripetuto di preparati repellenti a base di assenzio, aglio, lavanda e/o rabarbaro contribuisce a rallentare lo sviluppo degli afidi. Trattandosi di prodotti repellenti devono essere distribuiti prima che gli afidi, dotati di una mobilità ridotta, si siano insediati.

In caso di necessità si interviene utilizzando antiparassitari biologici. Molto efficace è il sapone di Marsiglia al 2% (20 g/l). Appena raggiunge gli afidi gli impedisce di respirare portandoli rapidamente alla morte. Questo meccanismo di azione evita danni agli insetti utili. Per comodità spesso si utilizza sapone liquido, ma in questo caso potrebbe essere necessario aumentare i dosaggi se si constata che il trattamento non è stato efficace. Il sapone si distribuisce alla sera per evitare le scottature alle foglie.
Per il controllo degli afidi c’è anche la possibilità di impiegare prodotti a base di Beauveria bassiana, un fungo che parassitizza gli afidi stessi portandoli rapidamente alla morte.

La malattia fungina più frequente nelle zucchine è l’oidio. Si manifesta con chiazze bianche polverulente presenti inizialmente sulla pagina inferiore delle foglie e che si estendono successivamente a tutta la superficie fogliare. Quando l’attacco è molto forte le foglie ingialliscono e disseccano.
L’oidio è favorito da temperature vicine ai 26°C e da un’alta umidità dell’aria (70%), ma si arresta con temperature inferiori ai 10°C e superiori ai 35° C ed è frenato dalle piogge.
L’uso ripetuto di macerati o decotti di equiseto (400 g di equiseto fresco in un litro d’acqua), achillea millefoglie (20 g di infiorescenze fresche al litro) e/o tarassaco (10 g di capolini in un litro) contribuisce a ridurre la presenza e la dannosità di questo parassita.

Per controllare in modo biologico questa malattia si interviene appena compaiono le prime macchie bianche con prodotti a base di zolfo. I trattamenti si eseguono nelle ore più fresche della giornata per evitare scottature. Lo zolfo può essere sostituito efficacemente da bicarbonato di sodio (10 g/l) o lecitina di soia (2,5 g/l).

 

Altri parassiti che colpiscono le zucchine sono le nottue. Si tratta di larve di lepidotteri che si nutrono di fusto, foglie e frutti e che si contrastano impiegando preparati repellenti a base di tanaceto oppure trattando con prodotti a base di Bacillus thuringiensis aizawai. In quest’ultimo caso si ottiene una maggiore efficacia addizionando il prodotto con zucchero e verificando che l’acqua abbia una reazione neutra o leggermente acida. In caso contrario si può acidificare l’acqua aggiungendo aceto e controllando con una cartina al tornasole di aver raggiunto il pH desiderato.

Gli aleurodidi invece danneggiano le zucchine in serra e nelle regioni a clima più caldo.
Gli stadi giovanili di questi parassiti sono poco mobili, stazionano sulla pagina inferiore delle foglie e sono rivestiti da secrezioni cerose polverulente. Lo strato  ceroso ricopre anche gli adulti che si rendono ben visibili quando si alzano in volo a gruppi dalla pagina inferiore delle foglie appena vengono disturbati.
Il danno deriva dalla sottrazione di linfa, che causa ingiallimenti fogliari e dalla abbondante produzione di melata.

Molto efficace per il controllo degli aleurodidi è il lancio di insetti utili iperparassiti (cioè parassiti degli aleurodidi): Encarsia formosa e, nei periodi più caldi, Eretmocerus eremicus possono essere acquistati on line per essere distribuiti sulle piante di zucchina.
In caso di forti infestazioni è possibile eseguire, come per gli afidi, trattamenti a base di Beauveria bassiana.

Produzione e raccolta

La zucchina a frutto allungato si raccoglie quando il frutto è lungo circa 25 cm, prima che ne inizi il rigonfiamento. I frutti si staccano con un coltello dal peduncolo e devono essere maneggiati con cautela perché si segnano facilmente.

Le varietà scure si prestano anche per la raccolta di frutti di dimensioni maggiori, adatti ad alcuni tipi di consumo (impanati e fritti oppure stufati), ma in questo modo si riduce il quantitativo totale del raccolto.
Le varietà chiare sono le migliori per la produzione precoce, ma riducono la loro produttività nei periodi più caldi.
Ogni pianta di zucchina può dare in totale 4-5 kg di frutti. Per mantenere la pianta produttiva si deve raccogliere ogni 1-2 giorni.

Il sottoprodotto delle zucchine è una vera prelibatezza culinaria: i fiori di zucca. Nonostante il nome, i fiori più saporiti sono proprio quelli che vengono dalle piante di zucchina. Si raccolgono solo i fiori maschili. Quelli femminili sono deputati alla produzione dei frutti e bisogna fare attenzione a lasciare un numero di fiori maschili sufficienti a garantire una buona impollinazione. Questo significa che la raccolta deve essere modesta all’inizio della produzione, mentre può essere più abbondante a fine ciclo, quando lo stress induce le piante ad una fioritura più intensa.

 

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Dott. Francesco Beldì

Francesco Beldì è laureato in Scienze Agrarie. Si occupa di produzione orticola e frutticola biologica dal 1991. E' molto attivo nella divulgazione verso le aziende agricole e i privati e nei corsi di specializzazione post-laurea e post-diploma. E' autore di manuali di coltivazione biologica e di difesa delle piante con prodotti naturali.