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Caratteri morfologici

L’olivo è una pianta, sempreverde di grande longevità, con un’attività vegetativa continua che si attenua nel periodo invernale. La fogliazione avviene dalla primavera all’autunno e le foglie persistono per due o tre anni. Il suo lungo ciclo biologico è da attribuire alla capacità di rigenerare completamente sia la chioma, che l’apparato radicale, una volta che questi siano stati danneggiati. Nell’albero adulto il punto d’inserzione tra fusto e radice, prende il nome di “pedale” o “ciocco” ed è caratterizzato da formazioni sferiche detti ovoli o mammelloni ricchi di gemme dormienti, sostanze di riserva, e capaci di dare origine a polloni in grado di emettere, quando rimangono coperti dal terreno, le radici, dando originare a vere e proprie piante.

Negli olivi più vecchi l’ammasso di ovoli è tale che costituisce un voluminoso ingrossamento alla base del fusto. Il tronco, liscio nelle piante giovani, in olivi adulti assume conformazione irregolare con appariscenti costolature dette “corde”, costituite da fasci conduttori che collegano le singole branche a un settore delle radici, assicurando la circolazione della linfa anche quando il tronco è cavo.

Tra i caratteri morfologici dell’olivo, è importarte rimarcare che la chioma è costituita dalle branche principali che si dipartono direttamente dal tronco e si prolungano fino all’apice e secondarie, quando s’inseriscono sulle principali. Le branche secondarie si classificano tenendo conto della gerarchia di diramazione; branche secondarie di secondo ordine sono quelle che si dipartono da quelle di primo ordine. Le branche di secondo ordine nelle diverse forme di allevamento rimangono permanentemente a formare struttura della pianta; tutti gli altri ordini sono periodicamente rinnovati con la potatura.

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Tipologia di rami nell’olivo

I rami sono produzioni di almeno un anno di età, sono generalmente classificati in funzione di tre diversi criteri: età, vigoria, natura delle gemme.

-I succhioni sono rami piuttosto vigorosi con andamento verticale, sono dritti e non produttivi, almeno per primi due anni; nascono sul dorso delle branche e hanno una crescita rapida e vigorosa. I succhioni vanno eliminati nella maggior parte dei casi, ma possono essere utili per ricostituire parti di pianta deperite o mancanti. L’eliminazione dei succhioni e dei polloni è una delle attività che ogni olivicoltore deve eseguire precocemente con la potatura poiché sottraggono risorse alla pianta e ostacolano l’illuminazione della parte interna della chioma. La loro presenza è dovuta all’eccessiva vigoria, a severe potature, a branche molto inclinate, a eccessivo ombreggiamento di parte della chioma o a eccessive concimazioni azotate. Nel taglio dei succhioni è necessario fare attenzione a non confondersi con altri rametti simili, che si sviluppano sul dorso di rami e branche, sono più piccoli e meno vigori, a volte formano quasi un cespo, sono chiamati succhioncelli o maschioncelli.

-Maschioncelli: sono rami che si originano sul dorso delle branchette fruttifere di due o tre anni; dalla sua ramificazione traggono origine rami a frutto o misti e quindi normalmente nella potatura sono salvaguardati. La loro presenza è fondamentale per garantire il necessario rinnovo vegetativo delle branchette esaurite.

-Polloni: sono rami di solito sterili ma, secondo le diverse cultivar, possono anche fiorire e fruttificare l’anno seguente alla loro formazione. Questi ultimi si sviluppano alla base del tronco e, diversamente dai succhioni, vanno sempre asportati per la capacità di assorbire la gran parte delle sostanze nutritive del terreno.

-Rami a fiore veri e propri hanno la gemma apicale a fiore, sono piuttosto corti e poco numerosi incidendo poco sulla produzione.

-Rami misti: di media o bassa vigoria, di solito solo una porzione porta le gemme a frutto e la restante parte del ramo darà origine ai germogli. Questi rami, infatti, ospitano la vegetazione e la produzione; nella parte basale e mediana portano le olive, mentre nell’estremità più esterna sviluppano principalmente gemme vegetative. Questi rami hanno generalmente un portamento orizzontale o variamente pendulo in funzione della varietà, non devono essere mai cimati e quando la porzione terminale è meno di 15 cm di lunghezza, tali rami dovrebbero essere eliminati.

-Le gemme si possono distinguere in base alla posizione, in apicali, ascellari, avventizie e latenti. Nella pianta di olivo predominano le gemme ascellari, seguite da quelle avventizie, collocate anche sugli ovuli che si trovano alla base del tronco. La gemma apicale condiziona lo sviluppo delle gemme laterali e quelle che stanno al di sotto, ritardandone o impedendone lo sviluppo. In base al periodo di vegetazione, le gemme si distinguono in: ibernanti quando si formano in estate e germogliano in primavera successiva, pronte quando raggiunta la maturità morfologica e fisiologica danno origine, subito dopo, ai rami anticipati. Latenti, quando si trovano sulle branche e sul tronco, e possono rimanere vitali per diversi anni. Sono delle gemme che la pianta utilizza quando è sottoposta a forti stress come può essere un’energica potatura, dando origine ai succhioni non produttivi.

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Potatura dell’olivo

La potatura ha lo scopo di allevare razionalmente l’olivo, regolare la crescita dei rami, mantenere un giusto rapporto tra chioma e radici. La potatura dell’olivo è un’operazione fondamentale per garantire la qualità e la quantità della produzione di olive. Esistono due tipi principali di potatura: di allevamento e di produzione.

La potatura di allevamento si esegue nelle prime fasi di vita della pianta, con lo scopo di dare alla chioma la forma desiderata e favorire lo sviluppo equilibrato dei rami; sarà effettuata cercando di rispettare i seguenti requisiti: Il rispetto della tendenza naturale di vegetare della pianta per evitare eccessivi interventi di potatura, accelerare l’entrata in produzione, ridurre nei primi due anni interventi di potatura, favorire l’eventuale raccolta meccanica, prevedere una struttura con un solo tronco.  Le forme di allevamento che meritano maggiore attenzione sono:

-Vaso (Policonico, Libero, cespugliato): è la forma di allevamento più diffusa in olivicoltura e presenta numerose varianti che riguardano principalmente il numero e l’inclinazione delle branche principali rispetto alla verticale, la distribuzione e la lunghezza delle branche secondarie e l’altezza del punto d’impalcatura. Esso può variare sensibilmente in rapporto al modo di raccolta (manuale, agevolata, meccanizzata). E’ costituito da un tronco dalla cui sommità s’inseriscono 3-5 branche principali (Vaso policonico) ma che possono anche diventare 4-6 (Vaso libero), soprattutto nei primi anni. Il vaso libero è da preferirsi negli ambienti più spiccatamente mediterranei, contraddistinti da elevata intensità luminosa, scarse precipitazioni, basso tasso di umidità atmosferica e discreta ventosità.

-Vaso policonico: è la forma di allevamento tra le più diffuse in molte zone olivicole specializzate. Si propone come una delle migliori forme di allevamento per la riduzione dei tempi d’attuazione delle potature e per la raccolta meccanica con vibratore da tronco. Dal tronco, alto circa 1 metro partono tre o quattro branche che con inclinazione iniziale di 45°, in seguito si raddrizzano verso l’alto. Ogni branca assume la sembianza di un cono, con una vegetazione ampia alla base e meno sviluppata verso la cima, che appare ben distinta dal resto della chioma. In questo modo ogni cono è un’unità produttiva a sé stante e come tale deve essere gestita, evitando che un cono si sovrapponga a un altro. Potare gli olivi con la tecnica del vaso policonico, presenta almeno tre vantaggi: si rispettano le esigenze della pianta aiutandola a esprimere tutto il suo potenziale produttivo, si semplifica la potatura e si agevola la raccolta.

-Asse centrale: è una forma utilizzata per impianti super intensivi, progettati per attuare la raccolta meccanica con macchine scavallatrici e per meccanizzare la potatura. È realizzabile solo con varietà a bassa vigoria, portamento compatto e a rapida entrata in produzione. Questa forma è costituita da un asse centrale con branche laterali di eguale lunghezza che crescono liberamente attorno all’asse centrale. L’insieme degli alberi forma una parete di vegetazione.

-Moncono: concettualmente questa forma deriva dal fusetto e rientra nel raggruppamento delle forme a piramide. La struttura consiste in una forma libera con fusto allevato a tutta cima fino a un’altezza media di 2,5-3,5 metri. Le ramificazioni di primo ordine (branche primarie) sono distribuite uniformemente a spirale lungo il fusto da un’altezza di 1 metro dal suolo. Le branche primarie hanno lunghezza decrescente passando da quelle inferiori alle superiori. La cima è particolarmente leggera allo scopo di non ombreggiare la chioma sottostante. Nel Monocono non ci sono branche secondarie vere e proprie; sulla ramificazione primaria s’inseriscono direttamente le branche di sfruttamento che sono periodicamente rimosse al loro esaurimento con la potatura di produzione. La lunghezza delle branche principali basali non dovrebbe superare i 2,5 m per un’efficiente trasmissione della vibrazione nel caso di raccolta meccanica. Le branche principali dovrebbero essere distanziate di almeno 1 m per non esaltare l’ombreggiamento reciproco. Il fusto deve essere privo di branche per un’altezza di circa un 1 m e la sua altezza complessiva non dovrebbe superare i 4-5 m.

 

Potatura di produzione

La potatura di produzione dell’olivo inizia quando la pianta ha già raggiunto un certo sviluppo e gli interventi per costituire lo scheletro diminuiscono. La potatura di produzione deve mirare a migliorare l’efficienza fotosintetica dando la possibilità alla luce di penetrare in tutte le sue parti della chioma, mantenere un elevato rapporto tra superficie fogliare e produzione. La potatura non si riduce ai soli tagli ma include anche l’inclinazione dei rami, le piegature, le incisioni anulari.

L’olivo fruttifica soprattutto su rametti misti di un anno, di lunghezza indicativa di 20-40 cm e rappresentano la percentuale maggiore dei rami produttivi. L’asporto della vegetazione con la potatura deve essere equilibrata e cioè adeguata alla vigoria della pianta.

Potature energiche portano alla formazione di rami vigorosi, succhioni e polloni, mentre una limitata asportazione provoca una ridotta attività vegetativa. L’indicazione del raggiungimento dell’equilibrio è la formazione di germogli di media lunghezza (20-60 cm in dipendenza della cultivar), a portamento semi-assurgente, orizzontale o pendulo che sono i migliori per la produzione.

 

Tecniche da eseguire durante la potatura di produzione

Le operazioni da eseguire durante la potatura di produzione, in genere sono:

  • Scelta e alleggerimento della cima: si eliminano i rami che tendono a prendere il sopravvento sul prolungamento naturale, per ripristinare la forma piramidale. I tagli devono essere orientati ad alleggerire la parte superiore della chioma per consentire una buona penetrazione della luce nella porzione basale. Si praticano tagli di ritorno sulle cime per contenere anche l’altezza della pianta.
  • Asportazione e/o diradamento di qualche branca: si esegue il taglio di ritorno sulle branche laterali per evitare che l’eccessivo allargamento della chioma determini ombreggiamenti fra piante vicine;
  • Recisione di tutti i succhioni, salvo quelli che possono essere utilizzati per sostituire branche deperite o riempire vuoti all’interno della pianta;
  • Eliminazione di rami a legno troppo robusti e deboli mantenimento,
  • Eliminazione dei rami esauriti, morti o malati o, comunque deteriorati;
  • Eliminazione dei polloni nati alla base della pianta.

L’epoca opportuna per iniziare le operazioni di potatura dell’Olivo è tra la fine dell’inverno e inizio primavera prima che avvenga l’emissione delle mignole, strutture a grappolo che portano le infiorescenze dell’olivo. Sono due i momenti dell’anno in cui si procede alla potatura dell’olivo: tra febbraio e aprile si procede alla potatura secca, mentre in estate si procede alla potatura verde che consiste per lo più nell’eliminare polloni e succhioni da eseguire nei mesi di luglioagosto, quando cessa la loro capacità di riformarsi.

Il periodo per la potatura invernale è scelto anche in base al clima e alle temperature dell’ambiente in cui si trova l’olivo, tenendo conto che l’olivo soffre molto la potatura durante le gelate.  Terminata la potatura vera e propria, è opportuno fare un trattamento a base di rame per disinfettare le ferite da taglio e combatte alcuni batteri, come quello responsabile della rogna dell’olivo. Disinfettare gli attrezzi da lavoro è buona norma per evitare di propagare il batterio alle altre piante, durante la potatura.

>> Guarda anche la playlist dedicata alla potatura dell’olivo!

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Impostazione del vaso policonico al secondo anno d'impianto

Agr. Antonio Velonà

Agrotecnico Antonio Velonà, docente di pratiche agrarie, adesso in pensione, ha svolto la sua attività nell’indirizzo agrario dal 1974 al 2017 presso l’Istituto d’Istruzione superiore “V.F. Pareto” di Milano. Nella sua lunga carriera ha coordinato tutte le attività di laboratorio inerenti al frutteto, le serre e il giardino. Dal 2001 al 2005 ha collaborato come docente con la Fondazione Minoprio nei corsi di formazione professionale