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Le forme di allevamento

Se si coltiva il melograno per scopi personali, si può scegliere la tradizionale forma a vaso aperto, impalcata su tre o quattro branche, ad altezza di 80-90 cm. Si realizza così una pianta che non ha bisogno di sostegni con ovvi minori costi di manutenzione. Invece, se si scelgono le nuove cultivar che, come detto, sono molto precoci e di grande produttività, bisogna andare verso una forma di allevamento sostenuta con impalcature fisse per sorreggere la pianta quando vi è un pesante carico sui giovani rami.

Questo giustifica l’impiego di strutture di sostegno, come nella Y trasversale che richiede fili orizzontali sostenuti da palificazioni. La forma a “Y” trasversale avrà 6-12 branche principali disposte a ombrello rovescio sul tronco con la chioma formata con legature dei rami sui fili orizzontali. Questa tecnica è molto laboriosa ma valida per ottenere il massimo dell’ombreggiamento dei frutti e limitare le scottature, ma anche per agevolare le operazioni di diradamento dei frutti e la raccolta.

Il melograno è una pianta molto versatile che si adatta a vari sistemi di allevamento: ad alberello, a forma globosa, con un solo tronco e chioma libera; a vaso libero senza strutture (come già detto); oppure a spalliera con branche orizzontali o oblique lungo il filare su tre palchi sovrapposti; a fusetto o asse centrale. In qualunque forma comunque si allevi il melograno, occorre tenere presente che i frutti esposti ai raggi diretti del sole sono soggetti a scottature a carico della buccia, soprattutto nei primi anni dell’impianto quando la chioma non ripara i frutti.

Questo fenomeno può portare alla perdita di prodotto nell’ordine del 20/30%. Per ovviare a questa problematica bisogna regolare diversamente l’intensità della potatura delle parti esposte al sole rispetto a quelle meno esposte. Tra le operazioni che sono sottovalutate vi è poi certamente quella del diradamento dei frutticini o dei fiori, che nelle annate buone può richiedere anche tre o quattro passaggi.

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Gestire i succhioni

Con la potatura invernale vanno sfoltiti i succhioni, cioè quei rami giovani vigorosi che nascono sulla ramificazione adulta. Essi hanno un andamento verticale e dritto, tolgono vigore alla pianta e spostano il gradiente di vegetazione verso l’alto. Sono utili però quando c’è la necessità di infoltire parti spoglie delle branche principali. Attraverso una speronatura dello stesso succhione, si formeranno nuovi germogli vicino al taglio. Oppure può essere allevato intero per consentire la sostituzione di una branca esaurita. Va quindi valutato quali e quanti succhioni eventualmente lasciare.

Gestire i Polloni

Il melograno essendo una pianta cespugliosa emette regolarmente i polloni basali. Essi presentano le stesse caratteristiche del succhione solo che si sviluppano alla base della pianta, sottraendo risorse al resto della chioma. L’eliminazione dei polloni deve essere eseguita a più riprese durante tutto il periodo estivo poiché tendono a sottrarre energia alla pianta, indebolendone il vigore e la produttività. Eliminarli quindi è importante qualsiasi sia la forma di allevamento adottata. I polloni del melograno rappresentano comunque un ottimo materiale di propagazione.

 

La potatura dei rami centrali o intrecciati

Prima di iniziare qualsiasi operazione di potatura, occorre munirsi di guanti e occhiali per evitare ferite che possono provocare le spine dei rami.  Il melograno tende a produrre molti rami: quelli di un anno, in genere, producono fiori sterili mentre la fruttificazione avviene all’estremità dei rami di due anni più esposti alla luce (bisogna evitare, con la potatura, di cimare questi rami). Occorre sfoltire un buon numero di questi rami, perché l’eccesso di frutti può portare anche la rottura degli stessi. Sarà eseguita una selezione delle ramificazioni a frutto, avendo cura di eliminare i rami deboli e/o troppo vigorosi, le ramificazioni che hanno già fruttificato e quelle in sovrannumero. Saranno eliminati i rami vigorosi verticali e quelli rivolti verso l’interno o, in alternativa, si può modificare la loro posizione, indirizzandoli verso l’esterno, mediante legature.

Alcuni rami vigorosi (i succhioni), si selezionano per sostituire alcune branche principali ormai sfruttate da diversi cicli di fruttificazione. La sostituzione consiste nel sopprimere la vecchia branca e legare ai sostegni il giovane ramo vigoroso. Con la potatura bisogna sempre cercare di tenere le branche principali rivestite di vegetazione, lasciando nudo il tratto iniziale delle stesse per favorire arieggiamento e penetrazione della luce durante la stagione vegetativa. Per evitare di fare allungare troppo le branchette secondarie, vanno tenute corte per impedire di intrecciarsi con quelle della branca vicina. Successivi interventi sono rivolti ai rami secchi, malati o malformati che possono essere eliminati in qualsiasi momento dell’anno.

A potatura ultimata le branche principali devono presentarsi lineari con inclinazione rispetto alla verticale di circa 40° e disposte a ombrello rovescio sul tronco. Il periodo migliore per la potatura del melograno è l’autunno, a ottobre e novembre, ma si può fare anche tra febbraio e marzo, al termine del riposo vegetativo. Alcuni interventi estivi sono necessari tra giugno e luglio, per rimuovere i nuovi succhioni, speronare alcuni tra quelli meno vigorosi, provvedere alla rimozione dei polloni basali. È importante lasciare sulla pianta un numero ottimale di frutti singoli e protetti dall’insolazione diretta, per prevenire le scottature solari. Attraverso il diradamento si ottengono frutti di pezzatura medio-grossa e inoltre si va a limitare l’alternanza di produzione.

 

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Agr. Antonio Velonà

Agrotecnico Antonio Velonà, docente di pratiche agrarie, adesso in pensione, ha svolto la sua attività nell’indirizzo agrario dal 1974 al 2017 presso l’Istituto d’Istruzione superiore “V.F. Pareto” di Milano. Nella sua lunga carriera ha coordinato tutte le attività di laboratorio inerenti al frutteto, le serre e il giardino. Dal 2001 al 2005 ha collaborato come docente con la Fondazione Minoprio nei corsi di formazione professionale