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L’uso di fitopreparati repellenti disturba l’attività di deposizione delle uova e contribuisce a ridurre la presenza degli insetti parassiti.
Si possono utilizzare decotti di assenzio, cipolla e tanaceto, utilizzando queste piante da sole o associate fra di loro. I decotti si preparano impiegando 30 g di foglie e sommità fiorite di assenzio, 20 g di cipolla o 50 g di fiori e foglie fresche di tanaceto. Si lascia sobbollire il tutto per 15 minuti (30 nel caso del tanaceto), si filtra, si attende che il decotto raffreddi e lo si distribuisce direttamente con una pompa sulle piante. La decozione può alterare alcuni principi attivi delle piante, ma massimizza il loro effetto repellente.

Anche le foglie di pomodoro hanno un effetto insettifugo sulle cavolaie. Si prepara un macerato tritando 100 g di foglie e di fusti (quelli che derivano dalla scacchiatura o dalla cimatura) in un litro d’acqua e si lascia macerare il tutto per 3-5 ore, poi si filtra e si distribuisce il macerato direttamente sui cavoli.

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Questi trattamenti vanno eseguiti ogni 3-4 giorni nei momenti critici, cioè in presenza di un elevato volo di adulti, e devono essere ripetuti dopo le piogge. Anche il sambuco, il timo e la menta hanno un’azione repellente verso le cavolaie.
Quando gli interventi repellenti e il controllo manuale non riescono ad evitare i danni causati delle cavolaie, si può intervenire con un prodotto microbiologico ammesso in agricoltura biologica: il Bacillus thuringiensis spp. kurstaki. Per massimizzarne l’efficacia alla miscela si aggiungono 10 g di zucchero per litro. Lo zucchero, infatti, stimola l’assunzione del prodotto da parte delle larve.

Nemiche cimici

Alla fine del periodo estivo compaiono spesso nell’orto le cimici. Quelle che possono provocare danni consistenti sono la cimice verde, la cimice asiatica e la cimice del cavolo.
La cimice verde è lunga circa 15 mm e ha una forma pentagonale. Le forme giovanili non sono di colore verde, ma si presentano quasi nere punteggiate di bianco. Le punture di questo insetto provocano la comparsa di macchie prima giallastre e poi necrotiche sui pomodori. I frutti colpiti prendono un gusto poco gradevole. Oltre al pomodoro la cimice danneggia anche cavoli, fagioli e fagiolini.

La cimice asiatica, rinvenuta per la prima volta in Italia nel 2012, ha forma e dimensioni simili a quelli della cimice verde. Differisce per la colorazione grigio bruna con strisce scure sui bordi e per le bande bianche alternate a quelle scure sulle antenne. Le forme giovanili appena sgusciate dalle uova sono di colore arancio e nero, poi si scuriscono e presentano spine nella parte anteriore del corpo. Le punture delle cimici asiatiche possono provocare la deformazione dei frutti in pere, pesche, meli, ma anche pomodori e peperoni. Oltre ai danneggiamenti ai tessuti sottostanti che rendono immangiabili i frutti stessi. Sulle foglie i danni si manifestano con la presenza di macchie chiare che tendono a necrotizzare.

Le cimici del cavolo sono più piccole delle altre due specie, hanno una forma più allungata e una colorazione rosso acceso da adulte e rosso sbiadito nella fase giovanili, in entrambi i casi con macchie nere che disegnano forme particolari sulla corazza. Sono polifaghe, ma con le loro punture danneggiano soprattutto i cavoli sottraendo linfa e riducendone l’attività fotosintetica.

Il controllo delle popolazioni di cimici è complicato, ancor di più nel caso della cimice asiatica che non ha nemici naturali nei nostri ambienti. Le difficoltà sono legate alla elevata mobilità degli adulti e alla loro resistenza nei confronti degli antiparassitari, anche quelli convenzionali.

Una soluzione drastica e definitiva, ma non sempre comoda, è quella di coprire la vegetazione con una rete anti-insetto.
Se non si vuole adottare questa strategia si può limitare la presenza delle cimici distribuendo in modo preventivo decotti di cipolla o di aglio, ottenuti così come descritto per le cavolaie, ricordando che l’aglio va utilizzato alla dose di 30 g/l. In alternativa si può impiegare un infuso di lavanda versando un litro di acqua bollente su 10 g di fiori e foglie essiccati e lasciando l’erba in infusione per 15 minuti prima di filtrare, raffreddare e distribuire direttamente sulle piante. Gli interventi con decotti ed infusi vanno ripetuti ogni 3-4 giorni nei periodi critici.

Un altro prodotto che ha una buona attività fago deterrente è l’olio di neem. Si utilizza proprio l’olio e non il prodotto fitosanitario a base di neem, molto più costoso, perché il neem non ha un effetto insetticida sulle cimici. Lo si impiega per la sua azione deterrente sull’alimentazione degli insetti e sulla deposizione delle uova.
Questi interventi sono abbastanza efficaci nel ridurre la presenza degli adulti e prevenire la deposizione delle uova. Non sono però in grado di allontanare le forme giovanili delle cimici che hanno scarsa mobilità. Su queste è possibile intervenire utilizzando oli estivi, cioè antiparassitari ammessi in agricoltura biologica, che agiscono chiudendo le vie respiratorie degli insetti, causandone la morte per asfissia. Per ottenere questo risultato bisogna essere sicuri che ci sia un contatto fra gli insetti, che spesso si trovano nella pagina inferiore delle foglie, e il prodotto. È consigliabile, quindi, utilizzare una pompa elettrica che sia in grado di garantire la pressione necessaria a raggiungere tutta la vegetazione!

 

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Dott. Francesco Beldì

Francesco Beldì è laureato in Scienze Agrarie. Si occupa di produzione orticola e frutticola biologica dal 1991. E' molto attivo nella divulgazione verso le aziende agricole e i privati e nei corsi di specializzazione post-laurea e post-diploma. E' autore di manuali di coltivazione biologica e di difesa delle piante con prodotti naturali.