La potatura verde nelle Drupacee
Consigli per l'intervento
La potatura verde costituisce l’insieme delle operazioni che si possono eseguire sulla chioma delle piante da frutto, dal germogliamento fino alla caduta delle foglie, e assume importanza fondamentale durante il periodo di formazione della struttura scheletrica. Ogni specie lasciata a se stessa tende a disporre i propri rami in un certo modo, dando origine a una propria forma, talvolta con più tronchi centrali, che in vecchiaia si trasforma spesso in un vaso pieno. La potatura verde, durante la formazione della pianta, è usata con diversa intensità, su tutte le specie, ma in particolare si adatta al pesco, sul quale viene proseguita anche durante i primi anni di produzione ed in casi particolari anche durante la stazione produttiva. La scelta della forma di allevamento dipende dalla specie, dall’habitus di fruttificazione, dalla vigoria della pianta e del portainnesto. Qualunque sia la forma prescelta per le piante da frutto, la potatura verde deve mirare a completare il più rapidamente possibile la struttura scheletrica, regolare l’altezza della pianta e lo spessore della chioma, e infine regolare opportunamente l’angolo d’inserzione delle branche e dei rami. Lo scheletro dell’albero ha la funzione di sostenere la vegetazione e di trasportare la linfa grezza ed elaborata verso le diverse parti dell’albero. Per soddisfare queste due principali finalità, deve essere sufficientemente robusto, equilibrato, con vegetazione ben distribuita. Per le drupacee, la forma più adottata è il vaso, che deve essere realizzato nei primi tre anni dalla messa a dimora della pianta. Questa forma non ha bisogno di un sistema di tutoraggio e consente una buona illuminazione della chioma, utile per la differenziazione a fiore delle gemme. Nel primo anno di vita s’interviene con l’eliminazione dei germogli basali, lasciandone solo cinque o sei nella parte apicale, scelti tra quelli più sani e vigorosi e con omogeneità di sviluppo. In seguito, vanno mantenuti solo quelli disposti in modo regolare e con angolo aperto, ai restanti sarà eseguita la torsione. Le branche inizialmente vanno lasciate nella loro posizione naturale; soltanto quando hanno raggiunto un sufficiente sviluppo si aumenterà gradualmente la loro inclinazione fino a 40/45°. Durante la primavera e gran parte dell’estate si dovrà intervenire per variare l’inclinazione dei germogli in modo da equilibrare il vigore e mantenere un’armonia di sviluppo. Saranno mantenuti più in verticale i germogli più deboli e più inclinati i germogli vigorosi.
Gli interventi di potatura verde precoci sono indispensabili sulle giovani piante per ridurre il periodo improduttivo e per conferire un giusto equilibrio alla chioma. Il mese di maggio è il periodo per iniziare a curare le potature verdi sulle piante. Nel pesco si comincerà a diradare i rami anticipati se troppo competitivi con le frecce, la cosiddetta “sciuffatura”, la quale favorisce l’emissione e lo sviluppo di germogli basali.
I ciliegi, in passato, erano coltivati in grandi spazi e le piante si allevavano ad alto fusto con tutti i problemi per la coltivazione e la raccolta. La selezione di portainnesti clonali nanizzanti permettono, oggi, il controllo della vigoria e un’entrata in produzione precoce. Per formare questi ciliegi è molto importante eseguire delle potature a verde adeguate e ripetute; la cimatura della vegetazione apicale e il raccorciamento dei rametti laterali permettono di contenere la pianta entro i tre metri di altezza. La cimatura a verde nel ciliegio è preferibile compierla a fine estate, per la maggior facilità di cicatrizzazione e per evitare emissione di essudati gommosi. Particolare attenzione occorre porre nelle operazioni di curvatura-piegatura dei rami e delle branchette; normalmente, le piegature saranno d’intensità tanto maggiore quanto la varietà sarà vigorosa e lenta nella messa a frutto. E’ da considerare che inclinazioni eccessive possono annullare la crescita e sbilanciare l’equilibrio vegeto-produttivo verso un’eccessiva formazione di gemme a fiore e quindi di frutti. Nelle varietà con portamento assurgente, piegature eccessive possono inoltre favorire l’emissione di germogli eccessivamente vigorosi (dunque inutili) in corrispondenza dei punti di massima curvatura. La piegatura va eseguita quando i germogli raggiungono una lunghezza di circa 20 cm. A questo scopo si ricorre a dei divaricatori.
La potatura verde dal secondo anno di coltivazione
Se la coltivazione ha più di qualche anno, avrete a che fare con piante già in produzione. In questo caso si possono rimuovere i germogli con le mani: anche se staccando i germogli manualmente procurerete alla pianta delle grosse ferite, non temete, queste cicatrizzeranno velocemente e saranno utili perché limiteranno il riscoppio di altri succhioni. Alcuni dei succhioni spuntati nella parte basale delle branche potrebbero servire a coprire gli spazi vuoti; nel mese di giugno/luglio si può cambiare l’orientamento torcendoli e disponendoli orizzontalmente. Dal secondo anno la potatura verde può essere anticipata a fine aprile o nei primi giorni di maggio: in questa fase si strappano i germogli che crescono sul dorso delle branche o in corrispondenza di grossi tagli. Sempre nel mese di maggio occorre eliminare eventuali succhioni che crescono in dorso, prestando particolare attenzione ai succhioni che si trovano nelle parti terminali che, se lasciati, porterebbero a un inutile ingrossamento della branca in quella zona.