La potatura verde dell’actinidia sinensis
Gli interventi durante le varie fasi della pianta
L’actinidia è una pianta rampicante a portamento sarmentoso. Essa tende a produrre una grande massa vegetativa, disordinata e senza una forma propria. Il ciclo biologico annuale è caratterizzato da una fase vegetativa lunga, di circa nove mesi. Inizia a vegetare nel mese di marzo, per perdere le foglie a dicembre. I sistemi di allevamento dell’actinidia sono la logica conseguenza dello sviluppo sarmentoso e dall’esuberanza nella crescita dei germogli che possono raggiungere gli otto metri di lunghezza in una stagione vegetativa e che, naturalmente, tendono ad attorcigliarsi a qualsiasi sostegno o tra loro. Per questi motivi, e al fine di assicurare un certo equilibrio fra attività vegetativa e produttiva, è indispensabile l’impiego di forme di allevamento opportune, di sostegni, e, infine, di una corretta potatura. Le forme di allevamento più comuni sono: il “tendone” e “la pergoletta doppia”. La potatura verde va effettuata sia in fase di allevamento che durante la maturità della pianta. E’ un’operazione che permette di agire positivamente sia sulla produzione dell’anno in corso sia sulla produzione dell’anno successivo.
Interventi durante la fase di allevamento
Nei primi due o tre anni gli interventi mirano a indirizzare i rami sui sostegni, cercando di evitare che questi si attorciglino. L’obiettivo iniziale della potatura sarà di portare le prime ramificazioni a un’altezza indicativa di 1,8 m. La pianta cimata al momento dell’impianto, in primavera avrà dato origine a diversi germogli, di questi, a maggio si sceglie il germoglio migliore da cui deriverà il fusto, evitando di farlo attorcigliare intorno al tutore; esso deve svilupparsi in senso verticale con l’ausilio di legature (evitare di farle strette, per non creare strozzature che comporterebbero problemi alla circolazione linfatica). Le operazioni di cimature e di legatura devono essere ripetute allo scopo di favorire lo sviluppo del germoglio scelto tenendolo pulito da eventuali ricacci presenti fino a due metri di altezza. In maggio giugno, quando il germoglio avrà raggiunto il filo orizzontale della pergola o del tendone, si spunterà a circa uno, 60 – 1,70 m da terra, al fine di stimolare la formazione di germogli laterali; i due più si alleveranno in senso opposto lungo la fila perché dovranno costituire i due cordoni permanenti. In seguito questi germogli dovranno essere piegati sul filo di ferro con un’angolatura graduale e andranno legati sotto il filo di ferro (se i rami si dispongono sopra il filo di ferro quest’ultimo, a causa del peso dei rami a cui in futuro si aggiunge quello dei frutti, penetra all’interno dei rami stessi provocando strozzature che incidono negativamente sulla circolazione della linfa). I rami che si formano sui cordoni vanno legati a fili in modo da formare una lisca di pesce. Nella pergoletta doppia i rami laterali convergono verso il terreno e se sono legati al filo di ferro laterale, formano una sorta di tunnel. Al secondo anno si completa la formazione della pianta. Al terzo anno le operazioni iniziano ad aprile-maggio con l’eliminazione dei germogli che crescono lungo il fusto, sotto l’impalcatura. Stessa cosa vale per i succhioni superflui (rami vigorosi con peluria molto pronunciata) Quelli assurgenti vanno speronati a due gemme per stimolare la nascita di due germogli laterali, destinati alla produzione dell’anno successivo. Ad agosto settembre, quando la pianta rallenta lo sviluppo, è consigliabile eliminare tutti i germogli in precedenza cimati e legare ulteriormente quello scelto. Se alla sua estremità si forma un arricciamento che ne blocca lo sviluppo, il germoglio va accorciato all’altezza di una foglia che abbia già evidenziato la gemma ascellare. Per favorire il ricaccio apicale, la foglia va eliminata. Quest’operazione deve essere ripetuta ogni qualvolta se ne presenti la necessità.
Interventi durante la fase produttiva
La potatura verde durante la fase produttiva si articola in tre interventi, da effettuare a distanza di un mese l’uno dall’altro. Il primo intervento si esegue qualche settimana prima della fioritura, spuntando i germogli sopra l’ultimo bottone fiorale per arieggiare e favorire la circolazione del polline. E’ possibile diradare nel periodo in cui la pianta si trova in bocciolo fiorale, asportando, nei raggruppamenti trini, uno o due boccioli laterali. Vengono anche eliminati i boccioli anomali perché daranno origine a frutti a “ventaglio”.
Dopo l’allegagione (prima decade di giugno) da maggio in poi, occorre eliminare i succhioni che dovessero essere in eccesso e in posizione non gradita, mentre alcuni, quelli che vanno verso l’alto, si possono speronare a due gemme in modo da favorire due rami laterali utili per l’anno successivo. L’eliminazione dei succhioni favorisce la penetrazione della luce verso le parti interne e contemporaneamente consente il ricircolo dell’aria ed evita il formarsi di un microclima umido favorevole ai patogeni di tipo fungino. Per evitare l’eccessivo sviluppo dei rami ad accrescimento indeterminato si procede alla spuntatura sopra una foglia matura tenendo presente di evitare che i rami laterali, nella pergoletta doppia, tocchino terra.
Tralci a sviluppo indeterminato
La seconda operazione si esegue post-fioritura: si spuntano i tralci più forti, quelli a sviluppo indeterminato con e senza fiori. Per migliorare la qualità finale dei frutti si possono anche diradare i bottoni floreali in eccesso. Il terzo intervento si esegue in luglio, spuntando nuovamente i germogli e lasciando da quattro a cinque foglie dopo l’ultimo frutto. Per quanto riguarda la potatura estiva delle piante maschili, valgono in genere gli stessi concetti espressi per le piante femminili.