La potatura delle piante difficilmente accessibili
Consigli e tecniche per la potatura
Spesso le piante sfuggono al controllo dell’uomo sia perché sono eccessivamente vigorose sia perché ne è stata trascurata la potatura e di conseguenza l’albero assume una forma più libera. Sono diverse le specie che richiedono interventi regolari di controllo della chioma: il ciliegio, il pero, il cachi, il susino e l’olivo.
L’olivo è una pianta che può raggiungere delle dimensioni importanti. Spesso si possono trovare sul territorio esemplari di grosse dimensioni che difficilmente possono essere accessibili in quanto si impalcano a diversi metri di altezza oppure le branche principali si sono sviluppate in modo tale da non essere più accessibili. Queste tipologie di alberi richiedono notevole abilità ed esperienza dell’operatore per poter eseguire le pratiche più comuni come la potatura, i trattamenti fitosanitari e la raccolta.
Queste piante originariamente si collocavano in ambienti rurali e venivano impalcate ad una altezza superiore al metro e mezzo per poter consentire le normali procedure di sfalcio dell’erba sottostante, che veniva in seguito essiccata ed immagazzinata nei fienili per l’inverno. La conseguenza di questa conduzione del terreno era che tali piante in passato avevano una produzione di olive prima e di olio poi di qualità molto scadente, che veniva utilizzato come combustibile per le lampade ad olio. L’interesse principale era lo sfalcio dell’erba sotto i filari per l’alimentazione dei bovini, mentre la produzione di olio rivestiva un ruolo marginale. A rendere la coltivazione ancora più antieconomica e difficoltosa era la comune idea che una pianta di grosse dimensioni fosse in grado di produrre molte più olive rispetto ad una più piccola; in realtà si accentuavano le alternanze di produzione con anni di intensa crescita vegetativa e anni di eccessiva quantità di frutti di qualità inferiore, con disformità di prodotto. Con l’avvento dell’industria e il boom economico italiano, gli olivicoltori abbandonarono progressivamente la conduzione dell’azienda in consociazione di piante abbinata allo sfalcio dei terreni; spesso abbondonarono definitivamente la campagna per una vita più agiata in città, determinando un rapido invecchiamento delle piante stesse, non più allevate adeguatamente.
Questo modello di pianta applicato all’olivo ha determinato nel tempo l’incremento della produzione di legno nelle parti basali della pianta, lo spostamento verso l’alto della zona produttiva con una diminuzione della stessa e ha reso molto difficile eseguire le comuni pratiche agronomiche, richiedendo scale di oltre 10 metri, piattaforme aeree o la tecnica del tree climbing.
Per recuperare la pianta e ritornare dalla fase senile a quella produttiva è opportuno verificare la possibilità di effettuare delle “capitozzature” o dei “tagli di riforma”.
Le capitozzature sono interventi drastici effettuati con motoseghe o segacci da potatura, che prevedono tagli importanti, in modo da ridurre drasticamente il legno vecchio intervenendo sul tronco o sulla prima parte delle branche primarie; in pratica consiste nel tagliare il tronco all’altezza desiderata o in un punto già predisposto con branche primarie.
Con i tagli di riforma invece si mantiene il fusto al suo stadio, ma si lavora solo sulle branche principali e secondarie. Spesso si incontrano fusti dai quali si sviluppano più di 4 branche, con un infittimento della vegetazione e una riduzione dell’insolazione; l’olivo è una pianta eliofila che, in condizioni ideali, sviluppa in modo armonico branche e rami e viene favorita la fruttificazione. Nel caso in cui vi siano troppe branche è necessario provvedere ad un diradamento, individuandone 3-4 equidistanti, in modo da coprire un angolo di 360°; si rimuovono anche le dicotomie cioè la divisione della branca principale in due di pari diametro. Le branche secondarie invece si devono inserire su quelle primarie tendenzialmente con un angolo aperto e con un diametro inferiore a quella principale, inoltre vanno diradate per evitare duplicazione e sovrapposizioni.
Dopo tali operazioni sarà necessario gestire i germogliamenti che tali potature stimoleranno. In particolare in base al punto di germogliamento è necessario individuare i rami più interessanti e allevarli come future branche secondarie. Nel giro di tre anni la pianta avrà già ristabilito il proprio equilibrio vegetativo/produttivo.
L’olivo, come tutte le piante da frutto, deve essere potato utilizzando attrezzi adeguati; tagli imperfetti ritardano la cicatrizzazione del legno con conseguente attacco parassitario.
Per tagli inferiori a 20 mm di diametro si possono utilizzare delle buone forbici da potatura a taglio passante per il legno verde e a taglio battente per il legno secco. L’utilizzo di forbici di bassa qualità comporta alcuni problemi.
Il primo, a lungo termine, è legato all’ergonomia quindi ai danni provocati alle terminazioni nervose; l’esempio più comune è la cosiddetta sindrome del tunnel carpale, che è una patologia del sistema nervoso, a carico delle strutture del polso.
Il secondo problema è legato alla qualità del taglio che, se impreciso, causa sfilacciamenti ai tessuti della pianta.
Quando potiamo le branchette fruttifere si utilizzano i troncarami che possono tagliare il legno fino a 40 mm di diametro; con questi strumenti, sia a taglio battente che passante, se hanno i bracci telescopici lunghi 60/90 cm, è possibile intervenire da terra su chiome che superano i 3 m di altezza. Per diametri maggiori delle branche è necessario utilizzare i segacci da potatura che, con i loro denti appositamente studiati, permettono taglio netto e preciso. Quando le chiome sono molto alte, per evitare l’uso della scala, si può operare da terra utilizzando le forbici ad asta lunga allungabili fino a 4 metri, per tagliare le branche con diametro fino a 35 mm.
Per le branche di diametro maggiore si possono utilizzare degli attrezzi con aste telescopiche portanti alla loro estremità degli svettatoi, delle lame battenti o passanti oppure dei seghetti di potatura.
Dopo avere eseguito a riposo vegetativo tagli di grosse dimensioni, si consiglia di provvedere a un trattamento con rame ed eventualmente coprire con mastici da innesto i tagli sul tronco.