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Il pero e le operazioni di potatura: fasi fenologiche

La fasi fenologiche suddividono schematicamente il ciclo vitale degli alberi in generale. Ciò vale sia per le piante nate da seme che per quelle riprodotte da talea, margotta, propaggine, micropropagazione o innesto. Perché in frutticoltura parlare di queste fasi è importante?

Perché ad ognuna corrisponde un diverso intervento per supportare la buona salute e la produzione del fruttifero; nel pero in particolare le fasi fenologiche che si ripetono ciclicamente ad ogni stagione e che ci indicano un calendario d’intervento sono le seguenti:

  • Gemma propriamente detta (gemma ingrossata o ferma)
  • Mazzetti affioranti
  • Bottoni fiorali
  • Fioritura: inizio, piena, caduta dei primi petali
  • Caduta petali
  • Allegagione
  • Accrescimento del frutticino

L’intervento principale volto a condizionare e orientare lo sviluppo vegetativo è la potatura e tiene conto invece di tre macro fasi fenologiche: crescita, produzione, vecchiaia. Nelle piante da frutto moderne e innestate le fasi di crescita e invecchiamento sono più rapide, mentre l’entrata in fase di produzione è più precoce e dura più a lungo. Per quanto riguarda la potatura del pero, occorre anche qui fare una distinzione tra la potatura d’allevamento da attuare nella fase di crescita per dare una particolare forma e la potatura di produzione, con lo scopo di mantenere una produzione costante nel tempo ed un equilibrio tra vegetazione e fruttificazione. Il momento più favorevole per effettuare interventi di potatura a prescindere la loro scopo, è quello del riposo vegetativo, dopo il periodo in cui si potrebbero verificare gelate, quindi verso la fine del periodo invernale. L’attrezzatura deve essere sempre ben affilata ed in buone condizioni per assicurare un taglio pulito, evitando lesioni foriere di attacchi fungini e batterici perché difficili da cicatrizzare per la pianta.

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Potatura d'allevamento

Pur essendo il pero uno tra i pochi fruttiferi che meglio si adattano a qualsiasi manipolazione della chioma, essendo sua caratteristica il portamento assurgente delle sue ramificazioni, ossia la tendenza a sviluppare la maggior parte dei rami verticalmente e a produrre numerosi succhioni, nel tempo si sono preferite e consolidate due principali forme di allevamento: palmetta e fusetto. Queste sono forme semplici, che devono completarsi velocemente, avere uno scheletro ben robusto e quindi capace di sostenere grosse produzioni e consentire una distribuzione uniforme e ben posizionata delle branche fruttifere. Qualunque sia la forma di allevamento prescelta, nel secondo e terzo anno dall’impianto, gli interventi sono volti a sfruttare quanto più si può le branche già presenti, sulle quali, durante la stagione invernale si possono praticare intaccature o cimatura per favorire l’emissione di germogli; quando i rami si saranno formati si procederà al diradamento e l’orientamento degli stessi.

Potatura a palmetta

È una forma di allevamento che si preferisce se in presenza di astoni di tipo standard (A1), con portainnesto Ba29, Sydo, Farold, Franco da seme. Il sesto ideale è quello di 4mx2m Il periodo di allevamento dura tre anni. Subito dopo la messa a dimora del pero, avviene il primo intervento cesorio: si accorcia l’astone principale, ossia l’asse centrale dell’albero, a 60-80 cm di altezza lasciando il primo palco di branche principali; negli anni successivi, l’astone non verrà più tagliato (allevamento a “tutta cima”) e si svilupperanno delle branchette laterali, queste verranno mantenute e rinnovate se deboli, mentre eliminate se troppo vigorose. Le branche principali non dovranno essere eccessivamente piegate o allungate sulla fila per evitare sovrapposizioni con le piante vicine.

Potatura a fusetto

La potatura a fusetto è la forma di allevamento più utilizzata nei pereti specializzati. Il sesto d’impianto è più stretto, 4mtX1mt e i porta innesti più adatti sono Ba29 nei terreni meno fertili e Sydo MC nei terreni più fertili. Vengono in questo caso messi a dimora astoni molto ramificati, e gli interventi di potatura rimangono contenuti, per ottenere alberi con una struttura principale data da un asse centrale. Le branche laterali che dall’asse si sviluppano vengono scelte tra quelle ben lignificate e con gemma terminale ben formata; sono in numero da 4 a 6, a partire da un’altezza di 50 cm fino agli 80 cm e vengono inclinate e legate in modo che mantengano un’inclinazione di circa 45-50 gradi. La potatura in questo caso si limita quindi a qualche ramo laterale troppo vigoroso o con angolo di intersezione troppo stretto, insieme all’asportazione di rami che competono con la cima. Le branche laterali prescelte a formare la struttura, possono essere accorciate di un terzo per stimolare la formazione di branchette.

Potatura di produzione

La potatura di produzione deve tener presente la diversità di comportamento e habitus di fruttificazione a seconda delle cultivar di pero. Inoltre bisogna essere in grado di riconoscere particolari formazioni presenti sui rami nel pero come in altre pomacee: dardi, borse, lamburde, brindilli e zampe di gallo.

Il dardo è una formazione di lunghezza molto ridotta che porta solo gemme a legno; la borsa è una formazione legnosa ingrossata e corta, di lunga vitalità, che si forma nell’anno successivo alla fioritura di una lamburda; porta gemme miste o dardi (che poi diventeranno lamburde) o anche brindilli; la lamburda è una formazione a fiore molto tozza e corta, lunga 1 o 2 cm al massimo; nei primi due anni di vita sono rametti a legno (dardi), successivamente si forma una gemma mista che produce frutto per circa dieci anni; il brindillo è un ramo di un anno di età, lunghezza medio-corta, su cui è presente un numero di gemme a legno lungo il ramo e un numero di gemme a fiore nella parte più prossima all’apice e nell’apice stesso. La zampa di gallo è un tratto di ramificazione che presenta più di una borsa e lamburde e prende una forma che ricorda una zampa di gallo. L’infiorescenza è un corimbo formato da 7-10 fiori di cui quello centrale che fiorisce per ultimo, al contrario che nel melo, in cui quello centrale fiorisce per primo. Quindi, quando l’allegagione è ben riuscita, è spesso necessaria, a seconda della varietà, una diradatura dei frutticini. In generale, possiamo dire che nei primi anni di vita della pianta (fino al quarto anno), il pero produce su brindilli e rami misti; in seguito, fino all’ottavo anno, produce su lamburde e infine, in fase di maturità, sulle lamburde che si sviluppano su legno vecchio di due-tre anni; i frutti prodotti sui rami di 2-3 anni sono quelli di migliore qualità; per questo, la potatura è volta a preferire la presenza di legno giovane, garantendo anche un rapporto equilibrato tra rinnovo dei rami e produzione dell’anno.

Vediamo quali sono le operazioni da fare per raggiungere questo risultato.

Gestione dei rami di un anno

Se i rami di un anno sono inseriti su legno vecchio sono improduttivi e hanno un aspetto esile, un’inserzione verticale e solitamente sono molto lunghi. In questo caso l’operazione da fare è quella di diradare in maniera decisa conservando integri solo quelli che hanno una misura tra i 50 cm e 1 mt, mentre tutti quelli più lunghi vanno eliminati. I rami rimasti intonsi, l’anno successivo subiranno una naturale piegatura data dal peso della vegetazione che porterà una stagnazione della linfa elaborata; ciò permetterà ai tali rami di rivestirsi di lamburde fruttifere.

Gestione dei rami di due anni

I rami di due anni sono le lamburde che si formano sui rami di un anno; di solito vanno diradate perché ve ne è una presenza eccessiva. La tecnica è quella di accorciare il ramo attraverso un ramo di ritorno, con lo scopo di ottenere frutti di buona pezzatura. La misura del taglio dipende dalla vigoria del ramo: i rami deboli vengono accorciati a uno-due gemme al massimo, mentre quelli più forti si accorciano a 40-50 cm. I frutti migliori si otterranno dalle lamburde più vicine al taglio di ritorno, mentre le lamburde più vicine all’intersezione col ramo principale si differenzieranno a fiore e daranno frutti l’anno successivo.

Gestione dei rami di tre anni

Il ramo di tre anni è quello che normalmente ha già prodotto frutti sulle lamburde vicino al taglio di ritorno fatto nel secondo anno; sarà il ramo, detto branchetta, le cui lamburde vicino al punto di intersezione, avranno differenziato le gemme a fiore e produrranno; anche in questo caso la potatura consiste in un taglio di ritorno volto ad eliminare le lamburde posizionate in alto sul ramo, che hanno prodotto durante il secondo anno; questa operazione stimolerà anche un rinnovo vegetativo.

Gestione dei rami di 4 anni

Quando il ramo raggiunge il suo quarto anno la produzione di qualità migliore avviene sui prolungamenti più giovani, cioè le parti più distanti dal tronco. Ciò non è conveniente, quindi il ramo si sperona a poche gemme per favorire un rinnovo vegetativo per poter iniziare nuovamente il ciclo su un nuovo ramo.

Potatura di produzione in quattro delle varietà più diffuse

Il pero è una essenza arborea che invecchia rapidamente e gli interventi cesori si basano, come abbiamo visto, sul rinnovo dei rami a frutto, cercando di contenere la vegetazione nella parte alta, favorendo il rivestimento di rami nella porzione basale. Le cultivar più deboli necessitano di un diradamento dei rami a frutto troppo abbondanti o malmessi, per recuperare la parte aerea; invece, nelle cultivar o nelle singole piante caratterizzate da vigoria, gli interventi di potatura devono essere contenuti per impedire lo “scoppio” di vegetazione susseguente che inficerebbe la produzione.

Varietà Abate Fètel

Varietà Abate Fètel: varietà francese, prende il nome dell’abate che la selezionò nel 1876, ha maturazione autunnale ed è una delle varietà più richieste e diffuse. L’impollinazione è buona quando sono presenti gli impollinatori delle varietà Coscia, Kaiser e Passa Crassana. È una cultivar di medio vigore, che tende a spogliarsi in basso e necessita quindi di tagli di ritorno su legno vecchio; la fruttificazione è con prevalenza sulle lamburde e la potatura dev’essere piuttosto forte per un rinnovo di media intensità. La produzione di fiori è abbondantissima, ma l’allegagione a volte è scarsa. Si consiglia quindi di eliminare con la potatura il 50% di gemme miste, spuntando tutti i rami di due o tre anni con tagli di ritorno, senza diradare. Le zampe di gallo, invece, vanno eliminate senza indugio, perché produrrebbero pere di qualità inferiore.

Varietà Conference: varietà molto diffusa e precoce nella messa a frutto, si è originata in Inghilterra nel 1885. L’impollinazione incrociata è con le cultivar Guyot, William e Passa Crassana. È molto produttiva, ma ha una tendenza all’alternanza. La produzione si concentra sulle lamburde portate dai rami di due anni, la potatura conseguentemente è medio corta, ossia energica, per portare ad un rinnovamento consistente. Allega con facilità, ma ha problemi di pezzatura. I frutticini in eccesso vanno quindi diradati manualmente.

Varietà William: questa varietà inglese, selezionata dal botanico William nel 1770, ha maturazione estiva ed è molto diffusa per le sue qualità organolettiche. L’albero di questa cultivar è molto produttivo, viene impollinato da Conference, Decana del Comizio e Passa Crassana.

È una varietà che richiede una potatura leggera, solo per rinnovare le branche. Produce sia su lamburde che su brindilli coronati. È una potatura tardiva, da procrastinare fino a quasi l’inizio della fioritura per determinare con più facilità le gemme a frutto. I rami vengono lasciati piuttosto lunghi, perché la fruttificazione si concentra maggiormente sulle gemme apicali, sempre ricordando però di cercare di stimolare la pianta a fruttificare più in basso.

Varietà Kaiser o Imperatore Alessandro: questa cultivar di origine francese è caratterizzata da una lenta entrata in produzione, ma anche da una produttività elevata e costante; ha rami penduli e ciò la rende facilmente distinguibile dalle altre varietà. Buone impollinatrici per la kaiser sono le varietà Conference, Decana del Comizio e passa Crassana. La potatura è leggera, con pochi interventi di rinnovo, con tagli lunghi e diradamenti delle branchette.

 

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Foto: fiori di pero

Marta Cipriani