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Concludere e ricominciare

Uno dei principali lavori autunnali nell’orto consiste nel ritirare le attrezzature quando finisce la stagione produttiva.
In autunno l’irrigazione non è più necessaria, quindi è bene provvedere a svuotare completamente il sistema di adduzione dell’acqua. Una gelata infatti potrebbe provocare la rottura delle tubazioni. Se si usa un sistema di irrigazione a goccia, appena terminata questa operazione si possono sganciare da terra e ritirare le ali gocciolanti. Per poterle reimpiegare nell’anno successivo si devono riporre in un locale dove la temperatura non scende sotto gli 0°C. Inoltre è bene che nel locale sia assicurato un certo grado di umidità per evitare che il materiale plastico di cui sono fatte si deteriori.

I pali utilizzati come sostegni per pomodori, fagioli rampicanti ecc. vanno rimossi appena termina la produzione e lasciati per qualche giorno al sole, in modo che si asciughino bene. Vanno poi riposti al coperto così da poter essere riutilizzati nella stagione successiva. L’operazione non cambia se i pali sono in bambù, in plastica o in altro materiale. Nel medesimo locale si ripongono le reti utilizzate per i rampicanti.

Dopo aver allontanato i residui della coltivazione estiva e rimosso pali ed irrigazione si può già procedere ad eseguire la lavorazione principale, se le condizioni climatiche lo permettono. La lavorazione autunnale è importante soprattutto se il terreno è pesante (argilloso o limoso). Una primavera piovosa, infatti, potrebbe rendere difficile la sua esecuzione. Si sparge sul terreno il letame (3-4 kg/m²) o il compost (1,5-2 kg/m²) e si vanga o, ancora meglio, si lavora il terreno con la forca foraterra. Questa arriva a una profondità maggiore rispetto alla vanga tradizionale, è utilizzabile con una maggiore umidità del terreno e, non meno importante, richiede meno fatica.

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Le colture che rimangono in campo

Se in alcune aiuole ci si prepara già per la prossima primavera, in altre è possibile iniziare nuove coltivazioni. Si possono mettere a dimora i bulbilli di aglio e cipolla e, nei climi più miti, seminare i piselli. In altre ancora si continua a raccogliere: bietole, cardi, cime di rapa, finocchi, indivie, radicchi, scarole, spinaci restano in produzione anche fino a dicembre se il clima è favorevole. Inoltre si provvede a riparare le piante, che possono essere protette dal freddo utilizzando il tessuto non tessuto (TNT), rapido da collocare e facile da rimuovere. Il TNT si appoggia sopra le coltivazioni e si fissa al terreno con sassi, bastoni o sacchetti pieni di terra per evitare che venga spostato dal vento. In alternativa gli ortaggi possono essere protetti da piccoli tunnel realizzati piantando a terra come strutture portanti degli archetti alti 40-50 cm coperti da un telo di polietilene.

Nel caso del cavolfiore può essere sufficiente tagliare alcune delle foglie esterne e coprire con queste la palla in via di formazione. Dopo le prime gelate resteranno in campo aperto solo porri, cavolini di Bruxelles, cavolo nero e verze. Questi ortaggi non necessitano di protezioni poiché sono in grado di sopportare le basse temperature. Anzi, cavolo nero e verze migliorano la loro qualità dopo aver subito una gelata! Anche il cavolo cappuccio può essere conservato in campo se si ha la cura di passare con la vanga sotto alle piante per recidere una parte delle radici, compattando poi con il piede il terreno smosso.

Nel caso di gelate intense e prolungate è comunque più sicuro procedere alla raccolta avendo cura di lasciare tutte le foglie esterne. Queste proteggeranno il cuore dei cavoli e che saranno eliminate prima del consumo. Poi si dispongono i cavoli in casse o in mucchi in un locale dove la temperatura non scende sotto lo zero.

Le colture da conservare

I bulbi di aglio e cipolla riuniti in mazzi o in trecce oppure sistemati in cassette si conservano in locali areati, asciutti, con temperature intorno ai 3-4°C. Le zucche si conservano per tutto l’inverno se si dispone di locali areati ed asciutti dove la temperatura non scende sotto i 5° C e se si evita di sovrapporre i frutti uno all’altro.

Locali umidi come le cantine permettono di conservare carote e patate, purché le temperature non scendano sotto i 3-4° C. Le carote si sistemano ben asciutte in cassette dopo aver eliminato le foglie ed evitando di pulirle eccessivamente dalla terra. Nelle cassette si alternano strati di carote spessi 20 cm con strati di sabbia spessi 10 cm. Le patate si lasciano in cassette coperte con cartone, sacchi o paglia per evitare che siano esposte alla luce. È opportuno ripassarle periodicamente per eliminare eventuali germogli e per eliminare le patate guaste che potrebbero essere fonte di infezione per le altre.

Il trasferimento dei vasi

L’ultimo dei lavori autunnali nell’orto è il trasferimento dei vasi. Alcune delle piante aromatiche che trovano spesso spazio sul balcone di casa non sopportano il freddo, ad esempio la maggiorana, la stevia e il basilico. Si può continuare a godere dei loro aromi anche nella stagione fredda se ritirate al coperto con l’accortezza di lasciarle in un posto illuminato. Infatti le piante necessitano di almeno 6-8 ore di luce al giorno anche in inverno! Le esigenze di acqua sono poche, ma bisogna ricordarsi di bagnarle periodicamente, ricordando che se i vegetali si trovano su un davanzale sotto il quale è collocato un termosifone gli apporti idrici vanno leggermente aumentati. In questi casi appoggiare il sottovaso sopra un pannello di legno è una buona idea, perché agendo da coibente evita che il terriccio e le radici si scaldino troppo.

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Dott. Francesco Beldì

Francesco Beldì è laureato in Scienze Agrarie. Si occupa di produzione orticola e frutticola biologica dal 1991. E' molto attivo nella divulgazione verso le aziende agricole e i privati e nei corsi di specializzazione post-laurea e post-diploma. E' autore di manuali di coltivazione biologica e di difesa delle piante con prodotti naturali.