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Come potare il susino

Come potare il susino: oggi la potatura del susino viene spiegata da Ignazio Perego, agronomo presso la Fondazione Minoprio usando le forbici Stocker.
Come potare il susino

Potatura di formazione o di allevamento

La potatura di formazione o potatura di allevamento è un insieme di operazioni cruciali che si iniziano fin dal primo anno di impianto di una pianta. Queste tecniche sono progettate per dare alla pianta la forma desiderata, facilitando una crescita sana e produttiva.

Potatura di Trapianto
Durante la fase di messa a dimora delle piante, può essere necessaria la potatura di trapianto, che consiste nel tagliare leggermente le radici danneggiate o eccessivamente lunghe. È importante lasciare intatte le radici più sottili, fondamentali per un buon attecchimento.

Obiettivi della Potatura di Allevamento
Indipendentemente dalla forma scelta per la pianta, la potatura di allevamento ha i seguenti obiettivi:

  • Creare una struttura scheletrica regolare per mantenere l’equilibrio vegetativo tra le diverse branche.
  • Formare un’impalcatura robusta, capace di sostenere il peso dei frutti senza subire rotture.
  • Distanziare correttamente le branche principali e secondarie per garantire una distribuzione uniforme della luce.
  • Agevolare le operazioni colturali come la lavorazione del terreno, la raccolta, la potatura e la difesa fitosanitaria.

Importanza della Potatura Verde
Durante la fase di allevamento, è utile eseguire la potatura verde. Questa operazione mantiene l’equilibrio tra le branche e inizia quando i germogli raggiungono i 10-15 cm di lunghezza, proseguendo per tutta l’estate. Le tecniche di potatura verde includono:

  • Desucchionatura
  • Sfimminellatura
  • Cimatura
  • Curvatura dei rami vigorosi
  • Torsione

L’esecuzione di queste operazioni riduce la necessità di tagli eccessivi durante la potatura invernale, evitando così ritardi nell’inizio della produzione frutticola.

Forme di allevamento

Nella coltivazione del susino, le forme di allevamento più utilizzate sono il vaso, la palmetta e la piramide, particolarmente adatte per impianti a bassa e media densità (500-700 piante per ettaro). Queste tecniche sono comuni nelle aree frutticole altamente specializzate, dove l’efficienza e la qualità della produzione sono fondamentali.

Forme Classiche di Allevamento del Susino

  1. Vaso: Ideale per impianti a bassa densità, offre un’ottima distribuzione della luce e facilita le operazioni di raccolta.
  2. Palmetta: Adatta per impianti a media densità, è apprezzata per la sua capacità di ottimizzare lo spazio e la gestione delle piante.
  3. Piramide: Forma classica, utilizzata per impianti di susini con una crescita bilanciata e ordinata.

Nuove Forme di Allevamento
Con l’obiettivo di anticipare la fase di piena produzione e migliorare la resa, si stanno sviluppando nuove tecniche di impianto e gestione dell’albero. Accanto alle forme classiche, si stanno diffondendo nuove strutture di allevamento più efficienti, specialmente per frutteti ad alta densità:

  1. Fusetto: Una forma di allevamento compatta, ideale per frutteti a medio-alta densità, che favorisce una rapida entrata in produzione.
  2. Forma a “V”: Innovativa e ottimizzata per massimizzare l’esposizione alla luce e migliorare l’efficienza della produzione, particolarmente adatta per impianti intensivi.

Queste nuove tecniche stanno rivoluzionando il settore frutticolo, permettendo ai produttori di ottimizzare lo spazio, aumentare la produttività e migliorare la qualità dei frutti.

Forma a vaso

La potatura a vaso è una tecnica che sviluppa la chioma in altezza, larghezza e profondità, garantendo un’ottima illuminazione interna e una fruttificazione equilibrata. I sesti d’impianto richiedono distanze di 5 metri tra le piante e 6 metri tra le file, oppure 4 metri tra le piante e 5 tra le file se si utilizza il portainnesto mirabolano.

Durante la messa a dimora, si esegue subito la capitozzatura dell’astone, tagliandolo a un’altezza di 70-90 cm da terra. In primavera, i germogli raggiungono 10-15 cm, e si selezionano quelli che formeranno le tre branche principali, distanziati verticalmente di circa 10 cm per evitare competizione. Un germoglio viene orientato verso il filare, mentre gli altri due formano un angolo di 120° tra loro.

Per una solida struttura, le branche devono avere un angolo di 50-60° con il tronco e 35-40° con la verticale. La curvatura delle branche viene mantenuta tramite tiranti o canne. Nel secondo anno, a fine inverno, si pratica la cimatura delle branche principali a 50 cm dall’inserzione sul tronco, stimolando la nascita di branche secondarie e il prolungamento delle principali, evitando il rallentamento della crescita.

Vaso ritardato o piramide modificata

Il vaso ritardato, noto anche come piramide modificata, è una forma tridimensionale che prevede lo sviluppo di una chioma ampia e ben distribuita. Lo scheletro della pianta è formato da un tronco alto 70-90 cm, con 5-7 branche principali disposte a spirale, distanziate tra loro di 15-20 cm.

L’asse centrale termina con una branca che viene mantenuta attraverso tagli di ritorno. La formazione di questa struttura inizia con un astone raccorciato a circa 90 cm da terra. I germogli che nascono in primavera crescono liberamente fino alla potatura invernale, quando si selezionano 3-4 branche. La prima sarà posta a circa 60 cm dal suolo, mentre le altre si inseriscono a 20 cm di distanza tra loro.

La branca superiore, che formerà l’asse centrale, deve essere più robusta. Le branche selezionate devono avere un angolo di inserzione di 45° o superiore, e la loro disposizione lungo il tronco segue uno schema quasi a spirale per garantire equilibrio e stabilità.

Forma a palmetta

La palmetta è una forma di allevamento appiattita che si sviluppa principalmente in altezza e larghezza, con uno spessore massimo di 1,8 metri. La struttura della palmetta è composta da un asse centrale sul quale sono inserite 3-4 coppie di branche inclinate a 45°, orientate verso il filare.

Il primo gruppo di branche si trova a 50-60 cm dal terreno, mentre il secondo si posiziona a 1-1,20 metri dal primo. I palchi successivi diminuiscono di 20 cm l’uno dall’altro, poiché le branche più alte ricevono maggiore luce.

Per formare la palmetta, è necessaria una struttura di sostegno con tre canne: una centrale, alta 2-3 metri fuori terra, che sostiene la freccia di prolungamento, e due laterali inclinate a 45°, che guidano le branche del primo palco.

Durante la messa a dimora, l’astone del susino viene capitozzato a 60-70 cm da terra, seguendo una tecnica simile alla potatura a vaso, ma con una diversa disposizione delle branche. Per anticipare la produzione di frutti, è possibile evitare la capitozzatura, lasciando che le branche crescano spontaneamente, ottenendo così una palmetta irregolare.

>> Come potare il susino: guarda il video sulla potatura del susino spiegata da Ignazio Perego, agronomo presso la Fondazione Minoprio usando le forbici Stocker

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Foto: susino allevato a vaso

Agr. Antonio Velonà

Agrotecnico Antonio Velonà, docente di pratiche agrarie, adesso in pensione, ha svolto la sua attività nell’indirizzo agrario dal 1974 al 2017 presso l’Istituto d’Istruzione superiore “V.F. Pareto” di Milano. Nella sua lunga carriera ha coordinato tutte le attività di laboratorio inerenti al frutteto, le serre e il giardino. Dal 2001 al 2005 ha collaborato come docente con la Fondazione Minoprio nei corsi di formazione professionale