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Valutare lo stato della pianta

Prima di scoprire come potare il melograno occorre dare uno sguardo d’insieme alla pianta per capire l’entità dei tagli da fare e su quali rami intervenire. In caso di piante vigorose è meglio evitare interventi rilevanti che provocherebbero un’eccessiva emissione di nuova vegetazione. Parliamo in particolare dei polloni alla base del tronco e dei succhioni sulle branche principali.

 

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Il melograno tende a crescere in maniera piuttosto disordinata e delle potature annuali sono necessarie per contenere il volume e ripristinare la sua forma. L’intervento di potatura deve avere inizio con una generale pulizia della pianta, volta a rimuovere il secco e i rami malmessi del melograno. I tagli vanno fatti anche in funzione della forma di allevamento, eliminando i rami dorsali nati sulle branche principali e la vegetazione in eccesso che tende a chiudere il centro della chioma.

Gli interventi

Il melograno fruttifica sui rami di due anni che dovranno essere quelli preservati dai tagli. Questi rami, dopo la fruttificazione, saranno accorciati o sostituiti a ogni potatura invernale.

La potatura invernale va affiancata da operazioni d’inclinazione dei rami portanti, ramificazioni che sono legate ai fili di sostegno o allargati tramite l’utilizzo di divaricatori inseriti tra una branca e l’altra. Diversi rami secondari dovrebbero svilupparsi su ogni branca principale, ma quelli in eccesso devono essere rimossi, come pure i polloni che si sviluppano alla base dell’albero.

>> Leggi anche la guida completa su come potare il melograno!

La potatura verde
Va fatta anche una potatura verde, al fine di mantenere l’interno della struttura aperta durante la stagione di crescita. Tale operazione è mirata sia a eliminare i succhioni troppo vigorosi che ad accorciarne alcuni per anticipare la messa a frutto. Occorre sempre evitare eccessivi tagli di raccorciamento dei rami, poiché la produzione dei fiori e quindi dei frutti avviene nella loro parte terminale.

La pianta porta contemporaneamente fiori fertili ermafroditi (o longistili) e fiori sterili staminiferi (o brevistili). I longistili sono più grandi, compaiono prima e danno origine ai frutti. I brevistili, di dimensioni più piccole, cadono a fine fioritura e quindi non originano frutti. Quest’aspetto della pianta è importante per comprendere il fenomeno della cascola: i fiori che cadono senza produrre frutti sono quelli staminiferi (o brevistili).

 

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Frutti di melograno

Agr. Antonio Velonà

Agrotecnico Antonio Velonà, docente di pratiche agrarie, adesso in pensione, ha svolto la sua attività nell’indirizzo agrario dal 1974 al 2017 presso l’Istituto d’Istruzione superiore “V.F. Pareto” di Milano. Nella sua lunga carriera ha coordinato tutte le attività di laboratorio inerenti al frutteto, le serre e il giardino. Dal 2001 al 2005 ha collaborato come docente con la Fondazione Minoprio nei corsi di formazione professionale